Mi sento scema, come la protagonista di uno di quei film che io odio tanto.
Tu eri là, scrivevi tutto preso la tua verifica. Chissà, forse storia dell’arte ti piace o forse hai semplicemente studiato. Io, invece su storia dell’arte zoppico e mi fa venire l’ansia.
Tu eri là ed io ero là e speravo in una scena da film, tu resti colpito, scoppia l’amore e tutti vissero felici e contenti. Ma la realtà non è un film e tu non ti innamorerai (mai) di me.
Vorrei che tu ti accorgessi di me, ma il nostro tempo sta finendo. Ci restano solo tre giorni, tre giorni. Tre giorni dove io sorriderò a vederti passare, ché tu sei bello, ma non per gli occhi, sei bello per il cuore e dove tu non ti accorgerai di me.
Vorrei che tu fossi per me il coltello con cui frugo dentro me stessa, perché io di me non so niente (neanche di te, a parte che in certi gesti mi ricordi M. e che ti stringi nelle spalle come me) e con te vorrei rovistare dentro me stessa e farmi male per scoprire tutto.
Vorrei solo che ti accorgessi di me, anche se non sono né bella né troia.
Vorrei solo un po’ d’amore, perché per me stessa ho solo odio.
Vorrei solo un po’ del tuo amore, perché mi fai battere il cuore col cielo intrappolato nei tuoi occhi. Perché non posso aspettarti a Central Park.
Vorrei un po’ del tuo amore, perché la pancia mi fa male all’idea di dirti un silenzioso addio.
Vorrei il tuo amore, perché per te, per il tuo amore, potrei pensare di diventare debole.
martedì 31 maggio 2011
lunedì 30 maggio 2011
O io sono morta o è un sogno.
Periodo di merda, uno di quei periodi in cui non vorresti mai alzarti dal letto se non per fare le cose strettamente necessarie alla vita ed oggi è uno di quei giorni in cui ti attacchi un sorriso in faccia e resisti a mangiarti le unghie perché hai già un dito violaceo e ti basta e avanza.
E’ uno di quei periodi in cui sorridi sinceramente una volta su diecimilioni di sorrisi che fai, ma non in un giorno. In un mese intero. E’ uno di quei periodi dove sopravvivi nel vero senso della parola.
E’ uno di quei periodi in cui scrivi con Georgia impostata a 9 e l’unica cosa che ti fa battere il cuore così forte da rischiare di scoppiare è l’idea di andare a Milano a vedere un dannatissimo concerto.
E poi… e poi te la trovi davanti la notizia che aspettavi. La dichiarazione di quella dannatissima special guest:
Okay. Le possibilità sono tre:
a. Questa notizia è falsa e io mi sono presa un mezzo infarto per nulla. Anche se la cosa è improbabile, arrivando da un sito ufficiale.
b. Io sono morta nel sonno e sono convinta di essere viva, ma in verità sono un fantasma e quindi questa cosa non è la vita reale ma l’aldilà.
c. E’ un sogno e Slash non viene con Myles. Se questa è la possibilità giusta conferma la mia teoria sul fatto che la realtà è un orrendo incubo, porca miseria.
E’ uno di quei periodi in cui sorridi sinceramente una volta su diecimilioni di sorrisi che fai, ma non in un giorno. In un mese intero. E’ uno di quei periodi dove sopravvivi nel vero senso della parola.
E’ uno di quei periodi in cui scrivi con Georgia impostata a 9 e l’unica cosa che ti fa battere il cuore così forte da rischiare di scoppiare è l’idea di andare a Milano a vedere un dannatissimo concerto.
E poi… e poi te la trovi davanti la notizia che aspettavi. La dichiarazione di quella dannatissima special guest:
Alter Bridge - 2 visite - 15 apr
Slash & Myles Kennedy a Milano e Roma il 28 e 29 Luglio 2011.
Slash & Myles Kennedy a Milano e Roma il 28 e 29 Luglio 2011.
Okay. Le possibilità sono tre:
a. Questa notizia è falsa e io mi sono presa un mezzo infarto per nulla. Anche se la cosa è improbabile, arrivando da un sito ufficiale.
b. Io sono morta nel sonno e sono convinta di essere viva, ma in verità sono un fantasma e quindi questa cosa non è la vita reale ma l’aldilà.
c. E’ un sogno e Slash non viene con Myles. Se questa è la possibilità giusta conferma la mia teoria sul fatto che la realtà è un orrendo incubo, porca miseria.
martedì 24 maggio 2011
It’s quite all right.
Penso che se non fossi mai nata sarebbe stato meglio, ché i miei starebbero ancora felicemente insieme. Penso che se non fossi un completo disastro mio padre non avrebbe sempre da ridire su tutto.
Penso che questa data di nascita sia una condanna da eterna seconda. Penso che se fossi diversa fisicamente lui (e sarebbe meglio dire loro, che c’è più di una persona in quel lui) si sarebbe accorto di me. Penso che se fossi migliore caratterialmente, più simile a questa massa informe di adolescenti N. e il (non) mio sole sarebbero ancora qua, soprattutto il secondo.
Penso che se fossi migliore non amerei la solitudine, che non la amo, ma fingo di sì che così vivo meglio.
Penso che se fossi più frivola, più zoccola e senza la mania di cercare la parola giusta per descrivere una cosa non mi sentirei in ansia ad incontrare quelle che, in teoria, sono delle care amiche da anni. Penso che se preferissi i tacchi alla moleskine chiusa in borsa, se vedessi il tramonto solo per il sole che va giù e non per il cielo che fa l’amore col mare, se viaggiassi con i preservativi in borsa e mi esaltassi perché m’hanno zittito con un cazzo in bocca e non per un bambino che mi dice “ciao” non sarei guardata come una persona strana dal 90% delle persone che mi circonda.
Penso che se non guardassi labbra, occhi e spalle come pezzi separati di una persona, ma come un insieme, sarei più… normale (?).
Penso di avere un cervello in over lode a furia di pensare e un cuore che se non iniziavo ad usarlo sarebbe stato meglio.
Penso che se non fossi in classe starei piangendo, ché io queste cose non le avevo mai ammesse neanche a me stessa.
Write: 12.o6 pm.
Penso che questa data di nascita sia una condanna da eterna seconda. Penso che se fossi diversa fisicamente lui (e sarebbe meglio dire loro, che c’è più di una persona in quel lui) si sarebbe accorto di me. Penso che se fossi migliore caratterialmente, più simile a questa massa informe di adolescenti N. e il (non) mio sole sarebbero ancora qua, soprattutto il secondo.
Penso che se fossi migliore non amerei la solitudine, che non la amo, ma fingo di sì che così vivo meglio.
Penso che se fossi più frivola, più zoccola e senza la mania di cercare la parola giusta per descrivere una cosa non mi sentirei in ansia ad incontrare quelle che, in teoria, sono delle care amiche da anni. Penso che se preferissi i tacchi alla moleskine chiusa in borsa, se vedessi il tramonto solo per il sole che va giù e non per il cielo che fa l’amore col mare, se viaggiassi con i preservativi in borsa e mi esaltassi perché m’hanno zittito con un cazzo in bocca e non per un bambino che mi dice “ciao” non sarei guardata come una persona strana dal 90% delle persone che mi circonda.
Penso che se non guardassi labbra, occhi e spalle come pezzi separati di una persona, ma come un insieme, sarei più… normale (?).
Penso di avere un cervello in over lode a furia di pensare e un cuore che se non iniziavo ad usarlo sarebbe stato meglio.
Penso che se non fossi in classe starei piangendo, ché io queste cose non le avevo mai ammesse neanche a me stessa.
Write: 12.o6 pm.
Professori che si credono autorizzati a farsi i cazzi tuoi solo perché te li stai facendo durante le loro ore.
- Mi fai leggere quello che stai scrivendo?
- No.
- No.
lunedì 23 maggio 2011
L’acqua mi fa ruggine” ha sempre detto nonno.
Ieri era il compleanno di nonno, ottantasei anni compiuti e lo sguardo moribondo nonostante la vita sia ancora nelle sue vene.
Papà gli ha tagliato i capelli, non benissimo però io nonostante l’età l’abbia rovinato lo vedevo bellissimo, aveva lo sguardo un po’ più spento e come non dargli ragione? C’erano i figli al ristorante con lui, c’ero io e mio cugino con la sua ragazza, ma mancava la nipote intermedia, c’era sua cognata, ma lui avrebbe voluto nonna.
Vorrebbe solo che i cuscini in camera da letto fossero alti uguali e non credo li importi molto se siano alti uguali perché non ci dorme nessuno o bassi uguali perché dividono ancora lo stesso letto.
Ho come sfondo le rose rosse che ci sono in giardino, mezze appassite e mezze in fiore e mi sono sentita bambina mentre le fotografavo, ché da bambina con nonna tagliavamo due o tre rose e le portavamo su.
“L’acqua mi fa ruggine” ha sempre detto il nonno, così butta giù il vino e oramai non si accorge che è annacquato.
“L’acqua mi fa ruggine” e butto giù del the caldo e vorrei della vodka alla fragola che mi farebbe bruciare la gola per il calore e non per questo magone.
Papà gli ha tagliato i capelli, non benissimo però io nonostante l’età l’abbia rovinato lo vedevo bellissimo, aveva lo sguardo un po’ più spento e come non dargli ragione? C’erano i figli al ristorante con lui, c’ero io e mio cugino con la sua ragazza, ma mancava la nipote intermedia, c’era sua cognata, ma lui avrebbe voluto nonna.
Vorrebbe solo che i cuscini in camera da letto fossero alti uguali e non credo li importi molto se siano alti uguali perché non ci dorme nessuno o bassi uguali perché dividono ancora lo stesso letto.
Ho come sfondo le rose rosse che ci sono in giardino, mezze appassite e mezze in fiore e mi sono sentita bambina mentre le fotografavo, ché da bambina con nonna tagliavamo due o tre rose e le portavamo su.
“L’acqua mi fa ruggine” ha sempre detto il nonno, così butta giù il vino e oramai non si accorge che è annacquato.
“L’acqua mi fa ruggine” e butto giù del the caldo e vorrei della vodka alla fragola che mi farebbe bruciare la gola per il calore e non per questo magone.
lunedì 16 maggio 2011
Stasera ho una mezza idea di riempirmi di marshmallow e fanculo all'idea di smetterla coi dolci solo perché mi stanno dicendo che "mi sto facendo chiatta" (mi dicessero "stai ingrassando", almeno. No, mi dicono proprio "chiatta" che l'autostima l'ammazza proprio!) mentre mi guardo Harry Potter e i doni della morte parte I.
Propabilmente consumerò quel dvd da qui a quando internet mi torna... O fino a che mamma non si decide a farlo tornare.
Propabilmente consumerò quel dvd da qui a quando internet mi torna... O fino a che mamma non si decide a farlo tornare.
martedì 10 maggio 2011
Ho giocato per due ore a Prato fiorito e ora odio i fiori quasi quanto detesti il latino.
Mi sono connessa con la vecchia chiavetta usb della Vodafone e okay, io sono impaziente ma lei è troppo lenta. Così ho deciso che da casa non mi connetto più fino a che non torna la mia (amata) linea superveloce. Più per la mia salute psichica che per altro, perché sto giocando da un’ora a Prato fiorito e sono convinta che faccia più male delle sigarette.
Ho i biglietti per Slash nel cassetto da ieri e mi sono pure costati una figura di merda con l’unico coetaneo che vive nel condominio. Okay, mi sono presa della “grande!” con un sorriso che può seriamente competere con quello della Mentadent ed un pollice alzato da un ragazzo piuttosto figo, però se quella santa donna che mi ha messo al mondo e la mia vicina di casa (non che zia del sopra citato figo che si crede uscito da Okay il prezzo è giusto) non chiedevano a lui chi è Slash mi facevano un favore.
Credo di essere diventata rossa come un pomodoro maturo davanti a 'sto tizio con cui avrò scambiato sì e no dieci ciao da quando si è trasferito qua anni fa. Vaffanculo (a me), a ‘sti punti.
Avrei bisogno di sedermi sul letto con un foglio ed una penna e scrivere fino a morire dissanguata d’emozioni, ma ho il braccio destro che come mi armo di penna inizia a farmi così male che mi devo mordere l’interno della bocca e il pollice si blocca, così non scrivo e mi sento così marcia e rotta che un quarto basterebbe.
Come se non bastasse mi sono pure venuti i sensi di colpa per Coso e di sensi di colpa ne ho fin sopra i capelli.
Son piena di sensi di colpa da anni e ora me li faccio venire senza un motivo logico (neanche gli altri hanno senso, a dire il vero) per un cuore che si crede una puttana in saldo.
La soluzione per sfogarmi un po’ sarebbe semplice da trovare, la conosco già: potrei scrivere a computer. Però non so scriverle certe cose senza l’inchiostro che macchia il foglio come se fosse sangue che esce da una ferita. Mi sento marcia, una persona in putrefazione.
Ho mal di testa e devo andare a ripetizioni da una nuova, perché l’altra è partita per la Svizzera. Il mio solito culo, devo dire. Trovo una che spiega bene e accettano la sua richiesta di lavoro (che s’era pure dimenticata di aver fatto) non so dove in Svizzera. Più culo di così!
Ho i biglietti per Slash nel cassetto da ieri e mi sono pure costati una figura di merda con l’unico coetaneo che vive nel condominio. Okay, mi sono presa della “grande!” con un sorriso che può seriamente competere con quello della Mentadent ed un pollice alzato da un ragazzo piuttosto figo, però se quella santa donna che mi ha messo al mondo e la mia vicina di casa (non che zia del sopra citato figo che si crede uscito da Okay il prezzo è giusto) non chiedevano a lui chi è Slash mi facevano un favore.
Credo di essere diventata rossa come un pomodoro maturo davanti a 'sto tizio con cui avrò scambiato sì e no dieci ciao da quando si è trasferito qua anni fa. Vaffanculo (a me), a ‘sti punti.
Avrei bisogno di sedermi sul letto con un foglio ed una penna e scrivere fino a morire dissanguata d’emozioni, ma ho il braccio destro che come mi armo di penna inizia a farmi così male che mi devo mordere l’interno della bocca e il pollice si blocca, così non scrivo e mi sento così marcia e rotta che un quarto basterebbe.
Come se non bastasse mi sono pure venuti i sensi di colpa per Coso e di sensi di colpa ne ho fin sopra i capelli.
Son piena di sensi di colpa da anni e ora me li faccio venire senza un motivo logico (neanche gli altri hanno senso, a dire il vero) per un cuore che si crede una puttana in saldo.
La soluzione per sfogarmi un po’ sarebbe semplice da trovare, la conosco già: potrei scrivere a computer. Però non so scriverle certe cose senza l’inchiostro che macchia il foglio come se fosse sangue che esce da una ferita. Mi sento marcia, una persona in putrefazione.
Ho mal di testa e devo andare a ripetizioni da una nuova, perché l’altra è partita per la Svizzera. Il mio solito culo, devo dire. Trovo una che spiega bene e accettano la sua richiesta di lavoro (che s’era pure dimenticata di aver fatto) non so dove in Svizzera. Più culo di così!
mercoledì 4 maggio 2011
Sono senza internet a casa ed è abbastanza stressante, perché ho un casino di roba con cui stare in pari e se me le perdo mi viene uno stress assurdo. Mamma si scogliona a chiamare la Fastweb ed io sono di straforo da quello di scuola ed ora suona pure la campana.
Avrei bisogno di scrivere un po', perché vedere gente che per te contava più di un qualsiasi tuo arto che a mala pena ti saluto mi fa male alla pancia. Dio, ho voglia di the.
Avrei bisogno di scrivere un po', perché vedere gente che per te contava più di un qualsiasi tuo arto che a mala pena ti saluto mi fa male alla pancia. Dio, ho voglia di the.
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