Stranamente, non mi sono neanche ancora scannata con mio padre, perché per comodità e per non svegliarmi ancora prima, mi sono trasferita da lui e stranamente, per due come noi, stiamo andando d'accordo (persino mia nonna materna, sentita poco fa per telefono, si è stupita che non ci siamo scornati). Parecchio, o almeno abbastanza da accennarmi ai suoi appuntamenti la mattina dopo. Per qualche giorno torniamo a sentirci per telefono, tanto poi domenica sera sarò di nuovo là tra quelle quattro mura, senza internet, ma sempre piena di cose da fare tra appunti, cose da lavarmi da sola e voglia matta di andarmene a letto già alle otto di sera.
E' stata una settimana strana, c'è, è iniziata proprio in maniera strana. Sarà stato che lunedì ero piena di caffè, sarà stato un allineamento strano nei pianeti, ma mi sono ritrovata a chiedere il numero ad un ragazzo discretamente carino che vedevo a lezione già nel primo semestre con la pessima scusa del "guarda, noi andiamo a sentire se letteratura c'è, se mi lasci il numero ti avverto". No, che poi è finita in nulla, ci siamo sentiti giusto per questa storia della lezione, per poi non salutarci fino a stamani (e l'ho guardato tipo "ma stai salutando proprio me!?"), solo che per me è stato una cosa sconvolgente. Io che sono miss timidezza duemilasempre che me ne esco così con uno che trovo pure carino è tipo l'evento del secolo (non a caso, le tre persone che mi conosco meglio mi hanno chiesto se stessi bene, cosa avessi mangiato, bevuto o se avessi cambiato sigarette. Carini!). Per poi concludere la giornata con me che torno indietro di qualche passo per passare il pallone a dei tizi sconosciuti che con le amiche stavamo ignorando nonostante stessero urlando "palla!" come degli ossessi. (E anche per questo, rilegge le frasi delle suddette tre persone).
Tra meno di una settimana sono ventidue. Io mi voglio convincere che tutto questo sia un cambiamento in meglio, ma in realtà mi sento sempre la solita me spaventata dal cambio di età, forse un po' meno perché il doppio due mi tranquillizza un po', ma sotto sotto quel giorno vorrei rimanermene a letto fino a che non passi, invece mi alzerò, metterò il mio sorriso migliore convincendomi che sarà un altro giorno buono.
E' stata una settimana strana, c'è, è iniziata proprio in maniera strana. Sarà stato che lunedì ero piena di caffè, sarà stato un allineamento strano nei pianeti, ma mi sono ritrovata a chiedere il numero ad un ragazzo discretamente carino che vedevo a lezione già nel primo semestre con la pessima scusa del "guarda, noi andiamo a sentire se letteratura c'è, se mi lasci il numero ti avverto". No, che poi è finita in nulla, ci siamo sentiti giusto per questa storia della lezione, per poi non salutarci fino a stamani (e l'ho guardato tipo "ma stai salutando proprio me!?"), solo che per me è stato una cosa sconvolgente. Io che sono miss timidezza duemilasempre che me ne esco così con uno che trovo pure carino è tipo l'evento del secolo (non a caso, le tre persone che mi conosco meglio mi hanno chiesto se stessi bene, cosa avessi mangiato, bevuto o se avessi cambiato sigarette. Carini!). Per poi concludere la giornata con me che torno indietro di qualche passo per passare il pallone a dei tizi sconosciuti che con le amiche stavamo ignorando nonostante stessero urlando "palla!" come degli ossessi. (E anche per questo, rilegge le frasi delle suddette tre persone).
Tra meno di una settimana sono ventidue. Io mi voglio convincere che tutto questo sia un cambiamento in meglio, ma in realtà mi sento sempre la solita me spaventata dal cambio di età, forse un po' meno perché il doppio due mi tranquillizza un po', ma sotto sotto quel giorno vorrei rimanermene a letto fino a che non passi, invece mi alzerò, metterò il mio sorriso migliore convincendomi che sarà un altro giorno buono.