La mia vita sta prendendo una piega strana. Il ragazzo-uomo di quest’estate sta dimostrando sempre di più che persona viscida sia, ma nonostante io lo ignori e non l’abbia più cercato o non gli ho più dato confidenza, ogni tanto torna a farsi vivo mandandomi messaggi come “che fai stasera?” o video di gatti. Ovviamente, alla mia risposta, non risponde mai.
In settimana, dovrei vedere l’amico di un’amica, dovrei, ma non so se succederà.
Venerdì parto, uno zaino e via, non porto altro questa volta. Salgo tre giorni e stacco da tutto, cerco di tornare a casa intera, lasciando i miei dubbi per strada, portando indietro solo bei ricordi e sorrisi.
Da lunedì inizio ritmi diversi e più pieni in università, ho un po’ d’ansia, però, nonostante la stanchezza, questi giorni da pendolare, di aule, di materie nuove, di persone nuove mi fanno stare bene. Mi riempiono, non mi fanno sentire svuotata come in passato.
Ho tante cose storte intorno e dentro, tante cose che ogni mi soffocano, ma chissà perché ho delle piccole speranze di tempi migliori in arrivo. O forse non saranno tempi migliori, ma peggiori camuffati bene, però è bello crederci per una volta.
mercoledì 23 settembre 2015
giovedì 17 settembre 2015
Ho evitato questo momento per anni, perché ho il terrore di mettermi alla guida. So di essere un pericolo per me stessa e per gli altri, quindi con un susseguirsi delle peggiori scuse il limite massimo era “dopo il diploma inizio a studiare”. Ora, tutte le mie paure e il mio non voler crescere del tutto sono qui davanti, sottoforma di bollettini pagati, documenti firmati e paginate da studiare.
E’ come quando ho detto che non sarei mai andata a Punta Corvo a piedi per paura di morire nel bel mezzo del bosco, ma poi l'ho fatto e sono sopravvissuta.
E’ come quando ho detto che non sarei mai andata a Punta Corvo a piedi per paura di morire nel bel mezzo del bosco, ma poi l'ho fatto e sono sopravvissuta.
martedì 15 settembre 2015
Io non voglio crescere.
Dopo domani ho la visita medica all’ASL e poi posso portare i fogli alla motorizzazione per l’iscrizione da privatista alla patente.
C’è chi esulta, chi si dice pronto a mandarmi ogni tanto delle domande per vedere se sto studiando, chi mi ricorda che ho detto che “alla nostra età inizia ad essere ridicolo essere senza patente” (non ricordatemi i miei attimi di intelligenza, cristo!) e chi ha subito un trauma a sapere che mi sono iscritta. Io, invece, ho già l’ansia. Mi sento ad un passo da essere un’adulta ed io che, da bambina, ero innamorata del bambino che non cresce mai, non mi esalta molto l’idea di essere grande, di badare a troppe responsabilità, a stare attenta alle multe, al bollo, alle revisioni, al non investire la gente per strada. E soprattutto, a me, l’idea di mettermi in una scatola di vetro e ferro fa paura. Sono una persona ansiosa e nervosa, non è sicuro mettermi sulla strada. Per niente, potrei investire una busta pensando sia un gatto e morire d’infarto o investire gente che mi sta sul cazzo senza il minimo senso di colpa. Non è sicuro, lo ribadisco.
(Poi volete far prendere la patente ad una che va in posta e fa triplicare la coda perché non sa compilare i bollettini!?)
C’è chi esulta, chi si dice pronto a mandarmi ogni tanto delle domande per vedere se sto studiando, chi mi ricorda che ho detto che “alla nostra età inizia ad essere ridicolo essere senza patente” (non ricordatemi i miei attimi di intelligenza, cristo!) e chi ha subito un trauma a sapere che mi sono iscritta. Io, invece, ho già l’ansia. Mi sento ad un passo da essere un’adulta ed io che, da bambina, ero innamorata del bambino che non cresce mai, non mi esalta molto l’idea di essere grande, di badare a troppe responsabilità, a stare attenta alle multe, al bollo, alle revisioni, al non investire la gente per strada. E soprattutto, a me, l’idea di mettermi in una scatola di vetro e ferro fa paura. Sono una persona ansiosa e nervosa, non è sicuro mettermi sulla strada. Per niente, potrei investire una busta pensando sia un gatto e morire d’infarto o investire gente che mi sta sul cazzo senza il minimo senso di colpa. Non è sicuro, lo ribadisco.
(Poi volete far prendere la patente ad una che va in posta e fa triplicare la coda perché non sa compilare i bollettini!?)
giovedì 10 settembre 2015
E' un periodo di alti e di bassi veramente bassi.
Nonna sta meglio, anche se la tengono ancora in ospedale e la stanno ancora rigirando come un calzino per capire le cause. Io passo i pomeriggi in autobus, in ospedale con lei e di nuovo in autobus, non mi pesa, lo faccio volentieri, anche se preferirei averla a casa. Il tempo con lei vola, se non fosse per l'autobus da prendere, ieri mi sarei fermata fino a che l'infermiera non si sarebbe ritrovata costretta a buttarmi fuori.
Mi sono ufficialmente immatricolata all'università e sto già piangendo in sanscrito per capire qualcosa sul sito dell'Università. Il 16 ho il testa valutativo, quello che vale poco e nulla se non un qualcosa in meno da fare durante il semestre e il 21 inizio le lezioni. Discipline dello spettacolo e della comunicazione, in classe L-20, quella di comunicazione. Cosa farò alla fine dei tre anni? Non lo so, quello è ancora un mistero, anche se le ambizioni sono ben chiare, ma quella è un'altra storia e di tempo davanti ce n'è ancora molto. Ho paura? No, sono stranamente serena o almeno, l'ansia e la paura che ho sono quelle in dose giusta per iniziare qualcosa.
E poi ci sono i bassi, altri bassi oltre a nonna, ma non ho voglia di pensarci oggi che il mal di schiena e il mal di pancia mi stanno piegando, il sito dell'università mi complica la vita e ho solo voglia di ritornare a letto ignorando il resto del mondo e me stessa, ma non si può.
Dio, che fatica la vita.
Nonna sta meglio, anche se la tengono ancora in ospedale e la stanno ancora rigirando come un calzino per capire le cause. Io passo i pomeriggi in autobus, in ospedale con lei e di nuovo in autobus, non mi pesa, lo faccio volentieri, anche se preferirei averla a casa. Il tempo con lei vola, se non fosse per l'autobus da prendere, ieri mi sarei fermata fino a che l'infermiera non si sarebbe ritrovata costretta a buttarmi fuori.
Mi sono ufficialmente immatricolata all'università e sto già piangendo in sanscrito per capire qualcosa sul sito dell'Università. Il 16 ho il testa valutativo, quello che vale poco e nulla se non un qualcosa in meno da fare durante il semestre e il 21 inizio le lezioni. Discipline dello spettacolo e della comunicazione, in classe L-20, quella di comunicazione. Cosa farò alla fine dei tre anni? Non lo so, quello è ancora un mistero, anche se le ambizioni sono ben chiare, ma quella è un'altra storia e di tempo davanti ce n'è ancora molto. Ho paura? No, sono stranamente serena o almeno, l'ansia e la paura che ho sono quelle in dose giusta per iniziare qualcosa.
E poi ci sono i bassi, altri bassi oltre a nonna, ma non ho voglia di pensarci oggi che il mal di schiena e il mal di pancia mi stanno piegando, il sito dell'università mi complica la vita e ho solo voglia di ritornare a letto ignorando il resto del mondo e me stessa, ma non si può.
Dio, che fatica la vita.
venerdì 4 settembre 2015
A distanza di una decina di giorni, finalmente, se penso a lui, non mi viene in mente ogni dannatissimo secondo di quel bacio, non mi viene in mente lui che mi raggiunge, appena un amico mi rimette a terra, e mi ribacia di nuovo, davanti a gente che grazie al cielo non ricordo che faccia abbia. Finalmente, stasera ho pensato a lui e sono riuscita a non pensare né a quei baci né a quanto mi sentissi stupida per essermi fatta prendere in giro come una stupida, perché io non sono stupida. Stasera, per la prima sera, ho sentito la rabbia, non la tristezza, ho sentito la voglia vera di spaccargli la faccia se me lo trovassi davanti, non solo di dirlo per nascondere che se lo avessi davanti cambierei strada. Cambiare strada? Neanche morta, io a testa alta, lui faccia quello che gli pare.
Sì, mi interessa ancora. Sì, mi sarebbe piaciuto che le cose fossero andate diversamente. Sì, avrei voluto tante altre cose anziché la realtà così come sta, ma che senso ha piangere su baci dati?
E' andata, male o bene che sia, almeno questa volta ho giocato.
Sì, mi interessa ancora. Sì, mi sarebbe piaciuto che le cose fossero andate diversamente. Sì, avrei voluto tante altre cose anziché la realtà così come sta, ma che senso ha piangere su baci dati?
E' andata, male o bene che sia, almeno questa volta ho giocato.
giovedì 3 settembre 2015
Stay with me, it's all I need.
Ogni anno, il primo di settembre scrivo una lettera sulla Moleskine e, in giornata, la pubblico, perché poi mi ritrovo a leggerla durante l'anno per ricordarmi dei miei buoni propositi. Più di capodanno, io tendo a fare quelli seri e veri a settembre, sarà che settembre è esattamente a metà tra la vecchia me e quella dell'anno che verrà. L'ho scritta anche quest'anno, era anche una lettera gioiosa, nonostante il cuore infranto: mi sono immatricolata all'università, settembre nella notte m'ha ricordato che amici ho, cosa potevo chiedere di più?
Settembre è un mese infame, in realtà. Io finivo di scrivere quelle parole e nonna si sentiva male, parecchio male. Io ora sono a casa, a mettere apposto che devono venire a vederla per il trasloco, nonna è in un letto d'ospedale sveglia, vigile, ma non messa bene.
Settembre, caro settembre, perché ogni volta che io devo fare un cazzo di grande passo per me, per il mio futuro e per le soddisfazioni da dare agli altri, tu ti senti in dovere di dovermi sempre mettere davanti a perdite o possibili perditi così grandi!?
"Stay with me, it's all I need".
Settembre è un mese infame, in realtà. Io finivo di scrivere quelle parole e nonna si sentiva male, parecchio male. Io ora sono a casa, a mettere apposto che devono venire a vederla per il trasloco, nonna è in un letto d'ospedale sveglia, vigile, ma non messa bene.
Settembre, caro settembre, perché ogni volta che io devo fare un cazzo di grande passo per me, per il mio futuro e per le soddisfazioni da dare agli altri, tu ti senti in dovere di dovermi sempre mettere davanti a perdite o possibili perditi così grandi!?
"Stay with me, it's all I need".
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